Il matrimonio di Ivan Dragoni e Gianni Delle Foglie. Milano, 27 giugno 1992.

Matrimonio di Ivan Dragoni e Gianni Delle Foglie
27 giugno 1992 Milano

Milano, 27 giugno 1992.
A Piazza Scala si celebra il primo e simbolico matrimonio civile di coppie gay e lesbiche in Italia. Una di queste coppie è formata da Gianni Delle Foglie, fondatore di Babele Shop – la prima libreria a tematica LGBTQI italiana, e Ivan Dragoni, docente universitario di Igiene e Tecnologia alimentare, presidente dell’Ordine dei tecnologi alimentari, ex presidente di Milano Ristorazione. A celebrarlo il consigliere comunale Paolo Hutter.

 

Qualche anno dopo, una sera di giugno, Gianni ebbe un malore. Da subito Ivan capì che si trattava di una cosa molto seria. Chiamò il 118 e fu proprio in quel momento che iniziò a sperimentare sulla propria pelle quanto può costare, in termini umani e personali, il non avere dallo Stato nessun tipo di riconoscimento formale della propria famiglia.

A Repubblica, il 23 giugno 2007, Ivan si racconta:

Per la prima volta ho provato che cosa vuol dire l’umiliazione di non esistere. Con Gianni, con quell’uomo che stava morendo, ho vissuto 26 anni. Ma per le istituzioni, per l’ospedale, io ero nessuno. Non il convivente, non un parente. Nessuno. Solo un estraneo con nessun diritto. Sono stato accanto a lui fino all’ultimo secondo, fino a quando ha chiuso gli occhi. Certo, in un frangente del genere e in una situazione familiare come la nostra, dipendi completamente dalla disponibilità e dall’intelligenza del personale infermieristico. Tu vuoi fare delle cose banali che si fanno in quei momenti, e dipende solo da loro che tu possa farlo. Per tutte le decisioni importanti successive alla morte servono le firme di quelli che per la legge sono i familiari. Quindi i fratelli e le sorelle. Non io. Per il prelievo degli organi, per la scelta della cremazione, per la richiesta di conservare le ceneri. Bastava che un solo fratello si opponesse a una di queste cose che io e Gianni avevamo deciso e sapevamo l’uno dell’altro, e si sarebbe fatto in modo diverso.

Gianni si spense al Policlinico dopo cinque giorni di agonia e Ivan rimase solo e invisibile, in quella casa di Porta Genova. Fu celebrato un funerale laico. Sulla bara di Gianni una raggiante bandiera arcobaleno. In segno di stima e rispetto per ciò che aveva combattuto in quegli anni. Nel 2010 si spense anche Ivan.

Oggi Milano, a distanza di vent’anni, ricorda l’anniversario di questo momento storico cittadino e nazionale. In Piazza Scala, nuovamente, e senza che nulla sia cambiato dal 1992 per le coppie gay e le famiglie omogenitoriali.

A seguito l’introzione dell’articolo diGiovanni Dall’Orto, presente nel suo sito.

Milano: Vent’anni non bastano per andare da Piazza Scala a Palazzo Marino
di Giovanni Dall’Orto

Ricordo di Gianni Delle Foglie e Ivan Dragoni alla Manifestazione Piazza Scala a Milano – Foto Giovanni Dall’Orto, 27 giugno 2012

Vent’anni fa, ai “matrimoni in piazza”, celebrati a Milano in piazza della Scala dal consigliere comunale Paolo Hutter, la folla era tale che era impossibile muoversi nello spazio gremito all’inverosimile. Ieri, alla celebrazione del ventennale di quell’iniziativa, ho (letteralmente) contato poco meno di cento persone, e di spazio per muoversi ce n’era anche per gli autobus, se solo avessero voluto passare. Gli organizzatori però erano soddisfatti e parlavano di un “successo”. Sono stati distribuiti sacchetti beneaguranti di riso ed è stata imbullonata a una ringhiera in ferro una catena che reggeva tanti romantici “lucchetti degli innamorati”, da aprire – così hanno dichiarato gli organizzatori – solo quando ci sarà una legge per le coppie dello stesso sesso (quale tipo di legge, però, non l’hanno detto). Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha fatto (e gliene va reso merito) una puntatina di saluto, assicurando il suo impegno per il registro (simbolico) delle (simboliche) unioni di fatto, e l’assessore Majorino ha promesso che il suddetto registro (simbolico) sarà istituito entro la fine dell’anno.

Tutto bellissimo. C’erano persino dei ragazzi carini, cosa che non guasta mai. Peccato solo che mancassero i cittadini milanesi, e soprattutto le coppie gay e lesbiche.  

Marco Mori, presidente del CIG Arcigay Milano dichiara: “Il riso è generalmente lanciato agli sposi in segno di abbondanza e felicitazione, ma non è più il tempo di finti matrimoni gay in piazza, l’auspicio è che anche in Italia sia possibile al più presto festeggiare le coppie omosessuali come negli altri paesi europei, in perfetta parità di diritti, e inoltre che presto sia garantita la pluralità di istituti giuridici accessibili a tutti. Solo a quel punto potremo lanciare il riso”. 

Una legge per le coppie omosessuali
27 giugno 2012 Milano

fonti:

Arcigay.it
giovannidallorto.it
ilvostro.it
enciclopegaya.com