Giochi di spazi nella collezione uomo di Thom Browne

Quando mi è stato chiesto di scrivere sull’ultima collezione uomo di Thom Browne presentata durante la settimana della moda di Parigi, ho dato uno sguardo ai modelli proposti e sono rimasta colpita. Sono abituata a vedere abiti tagliati su misura per corpi tagliati su misura per gli abiti, il cui risultato – quasi dogma – è che tutto deve essere molto stretto, a sottolineare la sottigliezza delle forme corporee, e senza margine alcuno.

ThomBrowne

Thom Browne at Paris Fashion Week Fall 2014

I modelli di Browne, invece, mi hanno fatto respirare: abiti che occupano spazio, tanto, e che non cercano la scultura del corpo perfetto. Mi hanno ricordato dei moderni Tweedledee e Tweedledum di Alice in Wonderland: non sono abiti “Oh cielo! Sono proprio alla moda, mi noteranno di certo!”; sono piuttosto abiti “Sto passando io, prego, si faccia da parte”.

Questo è quello che ho pensato all’inizio, e in parte lo penso ancora.

Questi modelli sono il risultato di una ricerca ben precisa nata già negli anni 40-50 per la moda femminile, ripresa negli anni 70 e, più recentemente, disegnata per la moda maschile. Negli anni 40 e 50 i grandi volumi dei cappotti femminili occupavano tanto spazio e lasciavano respiro al corpo, ma risultavano anche piuttosto pesanti, quasi vere e proprie armature. Tanto spazio, fuori e dentro l’abito, ma poco comfort. Di recente queste linee sono state estese alla moda maschile, che le ha esasperate fino alla collezione di Thom Browne.

Abiti maschili che occupano spazio e danno peso con curve femminili. Il risultato, tra l’altro, è quello di un corpo maschile, sotto l’abito, che appare molto più esile rispetto alla sinuosità dei completi.

Non voglio lanciarmi in giri di riflessione sul gioco tra i sessi, che tra l’altro comportano conoscenze sulla moda che io non ho. Però qualche pensiero sull’integrazione tra parti da mostrare e altre da proteggere questa sfilata me l’ha fatta sorgere. Mostrare parti di sé a volte pesa e può non essere confortevole. Noi scegliamo quali parti mostrare al mondo e quali tenere più nascoste, e quanto spazio prenderci nella vita ogni giorno.

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Thom Browne at Paris Fashion Week Fall 2014

A volte delle parti di noi ci aiutano a prenderci più spazio e quando vengono esasperate possono diventare ingombranti, pesanti e comportarsi come una barriera. Quelle parti che custodiamo gelosamente come dietro grandi ali di farfalla, nel disagio del rimanere nascoste/i, hanno anche spazio, margine per respirare e per esistere in una sorta di bolla. Si prendono del tempo per essere contattate quando e come la persona desidera.

Cosa protegge l’armatura? Thom Browne sfida le norme sociali esasperando ciò che di solito agli uomini si chiede di tenere nascosto. L’armatura cela probabilmente l’essenza della persona e rimangono fieramente in mostra caratteristiche provocatorie e non convenzionali. Queste, comunque, appartengono a chi le esibisce, che accetta di portarne il peso, godendo, allo stesso tempo, dello spazio che esse regalano.